Tiziana Bellini
AGANIS
Aggiornamento: 19 giu 2021

Il termine agane, anguana e anche pagane è riferito a volte ad un essere mostruoso, crudele e peloso con i piedi all’indietro e lunghe mammelle, che vive in grotte presso le acque ed attira e divora gli uomini.
Tale è l’agane nella tradizione della Carnia (dove non si parla però di piedi rovesciati) e delle Valli d’Arzino e del Volvera.
Le ricognizioni speleologiche passate e recenti hanno portato alla scoperta, nelle grotte, di resti (cocci, ossi, selci e altro) che attestano indubbiamente presenze umane e confermano l’ipotesi che aganis, pagans e altri esseri mitici a loro affini, appartengano in origine a popolazioni i cui superstiti si sono rifugiati nelle grotte per sfuggire a pericoli e persecuzioni derivati da invasioni o nuovi insediamenti.
Altrove l’agane è una ninfa acquatica con tratti a volte simili a quelli delle note “lavandaie”, benefica in genere e variamente denominata: agane, fade ed anche strie (intesa quest’ultima come essere mitico).
Il termine deriva dal latino “aquana” e questo mito potrebbe derivare dalle ninfe romane, ma non si escludono collegamenti con la cultura germanica antica. Sono quindi spiriti dei corsi d’acqua e vengono sempre rappresentate in sembianze femminili, pare siano visibili nelle notti di luna piena, durante le quali si riuniscono e danzano in abiti bianchi.
Sono protettrici dei pescatori ed hanno il potere di far sognare i bambini. Se vengono offese possono portare sfortuna tutta la vita, meglio quindi lasciarle ai loro corsi d’acqua e non disturbarle!
