Tiziana Bellini
Il Timavo e il giudizio universale
Aggiornamento: 19 giu 2021
Il fiume Timavo è noto per la sua caratteristica di inabissarsi nel terreno carsico e ricomparire dopo 37 Km con un improvviso erompere delle sue acque.
Il fiume più corto d’Europa che dopo soli 2 km sbocca nel golfo di Trieste.
Il suo nome è legato ad una divinità, tanto che, in Friuli, Timau è anche il nome del fontanone che sgorga dal Monte Croce, lungo il percorso che conduce all’omonimo passo.
La storia di questo fiume si snocciola lungo un periodo storico che si perde nella notte dei tempi, viene citato in epoche remote durante le quali nacquero leggende e favoleggiamenti che narrano che perfino Giasone, Ercole ed Orfeo passarono da qui.
In epoca preromana da qui passava la via dell’ambra, una corrente di traffico tra mare e terra, dal Mediterraneo al Baltico e lungo la quale, partendo dalla Grecia natia, questi eroi lasciarono tracce del loro passaggio.
Presso le sorgenti del Timavo, in epoca romana, sorsero delle famose terme ed una cappella dedicata alla Spes Augusta, nel luogo in cui oggi troviamo la chiesa di San Giovanni in Tuba.
La leggenda nasce proprio dal nome di questa Chiesa e vuole che “de Tuba” provenga dal fatto che, quando qui venne insediata una delle prime colonie dei sopravvissuti al diluvio universale, vi giunse uno dei quattro angeli predetti dalle sacre scritture a sollecitare con la tromba (tuba) i defunti da avviare al Giudizio Universale.
Per questa ragione molte persone lasciavano, nelle loro disposizioni testamentarie, la richiesta di essere sepolti in questo luogo.